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giovedì 9 dicembre 2010

L'evoluzione della sostanza.

Sarà che il periodo è particolare in negativo, ma non riesco a sentirmi sopraffatto dalla cupidigia né condizionato dalle rappresentazioni di svogliata umanità che circondano il mio quotidiano. Più che mai, mi sento coinvolto in un processo di cambiamento talmente rivoluzionario da apparire quasi sfrontato. Ho deciso di fare di testa mia. In tutto e per tutto.
Per evitare di apparire presuntuoso ho deciso di  affidarmi alla saggezza degli antichi per ricreare i presupposti che hanno suggestionato le grandi menti. Moti di ispirata motivazione, si sono generati quando mi sono imbattuto nel ricordo della prova di italiano all'esame di maturità: "...se ho visto più lontano, è perchè stavo sulle spalle dei giganti". Tante grazie Isacco.
R. Neutra - Casa Kaufmann, California 1946.

Tant' è che ci penso un pò su e poi decido di salire sulle spalle di due che partendo dagli stessi presupposti  - pergiunta collaborando a lungo in stretto contatto - sono arrivati a conclusioni  concettualmente diverse. Richard Neutra e Frank Lloyd Wright.
Entrambi esponenti del Movimento Moderno, si riconosce al primo un ruolo fondamentale nell' International style, al secondo, la componente centrale ed inamovibile dell' architettura organica.
Senza ombra dubbio i miei preferiti in una lista che annovera tra gli altri e per ragioni diverse, soggetti del calibro di Tadao Ando,  Gianugo Polesello, Renzo Piano, Frank Owen Gehry, Carlo Scarpa, Kenzo Tange, Amanda Levete, Ludwig Mies van der Rohe, Richard Meier e via discorrendo.
"Casa Kaufmann" e la "Casa sulla cascata -  Fallingwater - " sono entrambe appartenute a Edgar J. Kaufmann, ai tempi senza dubbio, uno tra i ricconi di maggior buon gusto - e buon senso - del pianeta. 
F.L. Wright - Casa sulla cascata, Pennsylvania 1939
A circa sessant'anni di distanza, osservando i risultati prodotti dall'approccio metodologico di Richard e Frank, appare fin troppo evidente quale sia il grado di decadimento del nostro "sistema produttivo" immobiliare. Non c'è più cuore, non c'è anima. Manca l'emozione, il sussulto. Fino a poco tempo fa il presupposto su cui si basavano le varie ingegnerie per produrre economie di scala, era  uno e soltanto uno. Il massimo risparmio  finalizzato al  massimo ed indiscriminato profitto. Rare le eccezioni. Ma ora che quel sistema vacilla, ora che la domanda è crollata, ora che l'offerta è  abbondante ed inadeguata, forse si è aperto uno spiraglio che permetterà di proporre nel prossimo futuro, quello che gli inascoltati giganti del passato ci hanno lasciato in eredità come esempio da seguire. Forse si potrà iniziare a colmare un vuoto creando nuovi standard partendo da nuove esigenze. Mi rendo conto di come gli esempi qui riportati non siano lo specchio di un edilizia tipicamente popolare, ma il concetto sul quale basare l'analisi riguarda il metodo. Ed è sulla base del metodo da seguire che andrò a stilare quello che definisco il manifesto di un nuovo modo di operare nel mercato immobiliare.
  1. L'estetica deve avere il sopravvento sull'omologazione e sull'appiattimento derivante dalle logiche specule di mercato. L'estetica è la chiave per il successo di un prodotto, qalsiasi sia la fascia e la tipologia di mercato a cui questo si rivolga.
  2. Lo studio della "forma" di un immobile, non deve più essere solo la risposta estetica derivante dalla funzione, ma dev'essere strumentale ed integrata alle strategie produttive. Ora che il risparmio energetico è diventato fondamentale ed  imprescindibile, occorre mettere in relazione ciò che le nuove tecniche richiedono a modelli creativi coerenti con lo spirito e l'identità della società di oggi.
  3. Non esiste una libertà sconfinata nella ricerca della linea di un immobile, in quanto il progettista è soggetto a limiti legislativi, tecnici e di budget. Pertanto la risposta dev'essere trovata nell'estro che permette di trasformare gli ostacoli in trampolini. La creatività dev'essere quell'acceleratore che permette di superare le vecchie concezioni senza nemmeno vederle.
  4. Bisogna utilizzare materiali innovativi, che a ben vedere innovativi non sono nemmeno, giacchè il più delle volte sono già largamente utilizzati da decenni , e con successo ,in altri paesi.
  5. La progettazione deve subire un evoluzione volta a garantire esigenze superiori di  comfort e abitabilità casalinga. E' necessario il ricorso ad una nuova impostazione e ad uno spettro più ampio di tecnologie applicate al vivere quotidiano, che permettano una migliore gestione della climatizzazione invernale ed estiva, dei ricambi d'aria, dell' umidità degli ambienti e della sicurezza.
Questo momento di difficoltà, in realtà, rappresenta indiscutibilmente una fase cruciale per quegli interpreti che avvertono l'esigenza di intraprendere un nuovo percorso di opportunità e di maggiore consapevolezza dell'intera filiera dell'immobile. Chi sarà più bravo, abile e svelto  nell' opera di adattamento, avrà in mano la chiave per un decennio di successi. 




Appesi allo stesso Kyoto


TRATTO DA: http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2010/12/09/visualizza_new.html_1671763944.html 


Limite al riscaldamento, verifiche delle emissioni e degli impegni e finanze sono gli elementi chiave delle fasi finali della 16/a Conferenza Onu per la lotta ai cambiamenti climatici (Cop16), a Cancun, in Messico. Due i testi sui quali i ministri dovranno alla fine dare il consenso, uno sugli obiettivi a lungo termine e uno su Kyoto.

Di seguito gli elementi centrali dei documenti:

OBIETTIVI A LUNGO TERMINE: - Limite al riscaldamento (1 grado - 1.5 gradi - 2 gradi) e concentrazione di 350 parti per milioni (oggi siamo a 394 ppm circa). Se venisse inserito, darebbe il via anche a procedure non solo di taglio delle emissioni, ma anche di cattura e stoccaggio di CO2; - Picco CO2 al 2015: andrebbe inserita la frase "il prima possibile" perché le previsioni per il 2015 parlano addirittura di quasi 450 parti per milione; - Risorse: si conferma il fondo da 30 miliardi di dollari entro il 2012 come deciso a Copenaghen ma, entro il 2020 il fondo da 100 miliardi di dollari l'anno non ha ancora fonti certe (si usa il termine "mobilitazione"). Si parla anche di un nuovo fondo finanziato con l'1,5% del Pil dei paesi industrializzati a partire da un certo anno.

PROTOCOLLO DI KYOTO: - Estensione del Trattato internazionale salva-clima: si tratta di decidere se continuare il protocollo di Kyoto, come caldeggiato dai paesi in via di sviluppo, che si sta rivelando una delle questioni più difficili. La prima serie di obiettivi scade nel 2012; - Obiettivi: decidere nuovi obiettivi nazionali o sotto il Protocollo di Kyoto del clima o sotto la convenzione Onu, o entrambi; - Misura e verifica: all'esame la misura delle emissioni dei paesi sviluppati, per esempio ogni anno, e anche il loro contributo ai fondi di aiuti per il clima ma anche misura dei gas a effetto serra dei paesi in via di sviluppo 'e le loro azioni per rallentare la crescita delle emissioni, magari ogni due-quattro anni.

lunedì 6 dicembre 2010

Kyoto scaccia Kyoto


tratto da:http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/378789/

Scontro tra Cina e Usa
sulla conferma dell'accordo
I Paesi del Nord vogliono più vincoli per gli emergenti

ROBERTO GIOVANNINI
INVIATO A CANCUN
Difficile negoziare quando, come rivela Wikileaks, dietro le trattative sul cambiamento climatico si nascondono interessi multimiliardari che riguardano l'asse del potere mondiale. Che dietro la conclusione del vertice dello scorso dicembre di Copenhagen (un accordo tutto virtuale, siglato all'ultimo minuto) ci fosse stato qualcosa di «strano» lo avevano sospettato un po' tutti. Ma altra cosa è leggere nero su bianco i dispacci delle ambasciate Usa, che raccontano le pressioni politiche ed economiche, lo spionaggio, le minacce esercitate per mettere in riga i recalcitranti. Anche l'Unione Europea non ci fa una gran figura: a parole sostiene proposte «verdissime», e poi dietro le quinte fa tutt'altro. Lo stesso presidente dell'Unione, il belga Herman Van Rompuy, diceva senza tanti complimenti a un diplomatico americano che il sistema Onu dei negoziati multilaterali «non funziona», anticipando che qui a Cancún non si concluderà niente.

E allora, ci si chiederà, a che serve questo megameeting sulla (splendida) Riviera Maya? Ieri, tra i più imbarazzati dalle rivelazioni di Wikileaks c'erano proprio i negoziatori belgi. I concittadini di Van Rompuy, in questo semestre di presidenza belga dell'Unione, di fatto guidano la diplomazia climatica dell'Ue. E anche se tutti riconoscono a Peter Wittoeck - il funzionario del ministero federale dell'ambiente belga - competenza, pazienza e buona volontà, i dubbi restano. «Ma no, tutti quanti siamo qui per lavorare con spirito costruttivo - replicano fonti vicine alla delegazione belga - tutte le delegazioni vogliono evitare una conclusione conflittuale come a Copenhagen. Sappiamo tutti che un altro collasso dei negoziati sarebbe fatale».

Fatto sta che alla fine della prima settimana di confronto, quella tecnica (da martedì inizierà quella più «politica», con la presenza dei ministri dei 194 paesi partecipanti) al collasso del negoziato ci si è andati davvero vicinissimi. «Colpa» del dissenso sul futuro del protocollo di Kyoto, che impone a 40 paesi ricchi vincoli costosi. Nei giorni scorsi il Giappone - spalleggiato da Russia, Canada, Australia, Ucraina e Stati Uniti, il cosiddetto Umbrella Group - ha riproposto il suo «no» alla conferma del protocollo di Kyoto, che scadrà a fine 2012. Una posizione giustificata dal fatto che i paesi non-Kyoto guadagnano competitività, e sono sottoposti a vincoli solo volontari e non impegnativi sul taglio delle emissioni di CO2, ma che avrebbe inevitabilmente fatto saltare ogni possibilità di intesa nel negoziato Onu, che sulla carta mira ad estendere i tagli «legalmente vincolanti» a tutti.

A guidare la controffensiva ci hanno pensato gli otto paesi dell'Alba (Alternativa bolivariana, la sigla che aggrega Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Repubblica Dominicana, Antigua, Honduras e St.Vincent), che sono riusciti a far venire sulle loro posizioni anche la Cina e tutti i paesi del gruppo G77 (tutto il sud del mondo, compresi India e Brasile). Alla fine, la presidenza messicana della COP16 ha tirato fuori un documento che non solo conferma l'obiettivo generale della conferenza (contenere l'aumento della temperatura media mondiale entro i due gradi centigradi), ma ribadisce la validità e la proroga del protocollo di Kyoto. I paesi emergenti non-Kyoto «adotteranno impegni comparabili», mentre i paesi in via di sviluppo si doteranno di una «strategia di contenimento delle emissioni» assistita dai paesi sviluppati con trasferimento di tecnologie, finanziamenti e supporto alla formazione. Ancora, si parla di un processo di monitoraggio sulle azioni di mitigazione con invio di informazioni ogni due anni, di risorse per finanziare l'adattamento dei paesi in via di sviluppo con un fondo di 30 miliardi di dollari per il periodo 2010-2012 che arriverà a 100 per il 2020. Marcia indietro dei giapponesi e degli australiani e vittoria per il superdelegato cinese Su Wei.

martedì 23 novembre 2010

"Il Sud è la pattumiera del Nord". Non è proprio così...




Cito da Wikipedia:

"Il nesso di causalità è la relazione che lega in senso naturalistico un atto (od un fatto) e l'evento che vi discende. Da un lato la prospettiva di chi agisce, dall'altro la prospettiva dell'osservatore cui perviene il risultato dell'azione. Nella dinamica descritta, la sintesi delle due prospettive si chiama nesso (da nectere, legare), ed altro non è che la forza naturalistica che causa l'evento. Il nesso di causalità è il rapporto fra le due prospettive, studiato al fine di ricavare la riconducibilità di un dato evento all'atto o al fatto presupposto. Ciò che presuppone l'evento, dunque, è un fatto ovvero un atto. Nel caso si tratti di un atto, questo può prendere le forme di una data condotta umana e il prodotto di quella condotta, viene giuridicamente individuato come evento".

Al Nord si smaltiscono i rifiuti attraverso i canali - legittimi, è logico presumere - messi a disposizione dal mercato, che hanno il pregio di garantire i migliori risultati al prezzo più conveniente, secondo il più diffuso e condiviso principio di economicità. Questo è l'unico aspetto che si può configurare giuridicamentre come evento. Al Sud convivono un sistema malavitoso, una classe dirigente ed un substrato culturale che favoriscono, in subordine a logiche di super profitto, il conferimento di tali rifiuti in Campania. E questo è l'unico evento che direttamente vi discende e sussiste di fatto.

Credo sia un problema tutto locale, dunque culturale, se la merda di tutta Europa, e non solo del Nord Italia, confluisce copiosa e puzzolente in Terra di mafia. Se accade è perchè qualcuno ci straguadagna. Punto. Quel qualcuno - Saviano si metta pure il cuore in pace - ha radici che si conficcano idealmente nella sua terra, la terra che fisicamente ricopre la linfa marcia di cui si nutrono i boss. Tanto poi  "che cce ne fotte", cito testuale,  "nnoi bevimm l'acqua minerale".

La sintesi delle prospettive, e quindi il nesso, riguarda direttamente "Monnezza" e  Camorra e non, come si vuole far credere, lo stoccaggio indiscriminato dei rifiuti prodotti al Nord a danno di un Sud impotente e condannato a soccombere. A Savià, non è forse dalle Vostre parti che si dice: " 'a bona mercanzia trova prièsto a ghjì pe' n'ata via " ?! Non è colpa mia se la strada porta dritto da Voi.

lunedì 22 novembre 2010

La nuova nomenclatura. I vocaboli da conoscere!



Cos'è la trasmittanza termica U?

La trasmittanza termica definisce la capacità isolante di un elemento. Dato un fenomeno di trasmissione di calore in condizioni di regime stazionario (in cui cioè il flusso di calore e le temperature non variano nel tempo) la trasmittanza misura la quantità di calore che nell'unità di tempo attraversa un elemento strutturale della superficie di 1 m² in presenza di una differenza di temperatura di 1 grado tra l'interno e l'esterno.

La trasmittanza aumenta al diminuire dello spessore ed all'aumentare della conducibilità termica. Strutture con bassissima trasmittanza termica si caratterizzano per fornire un elevato isolamento termico.

Per isolamento termico si intendono tutti i sistemi e le operazioni costituenti gli sforzi atti a ridurre il flusso termico scambiato tra due ambienti a temperature differenti. L'isolamento termico in edilizia è volto, principalmente, al fine di contenere il calore all'interno degli edifici (per la protezione dal caldo estivo è più corretto parlare di "schermatura dal calore").

La tabella a corredo di questo breve e didascalico articoletto, serve a fornire un rapido riscontro spannometrico dei requisiti necessari per l'ottenimento di una data classe energetica. con standard CasaClima. Se potete vantare questi paramentri - fosse anche nella loro combinazione meno fortunata, cioè quella giallognola - ritenetevi fortunati perchè casa vostra forse, non è poi così male. Ma  centrare il giallo, credetemi, non sarà facile.



giovedì 18 novembre 2010

Nuove applicazioni per il Grafene: Fotovoltaico!

grafene

Potrebbe esserci una vera e propria "rivoluzione russa" nel futuro del fotovoltaico, e non solo, grazie alla scoperta di un nuovo materiale altamente conduttore, trasparente, flessibile, ma allo stesso tempo resistente. Si tratta del "grafene", che potrebbe essere usato per costruire celle e pannelli fotovoltaici,  un  materiale frutto degli studi e degli esperimenti di due scienziati di origine russa: Andre Geim, 51 anni, e Konstantin Novoselov, 36 anni che, grazie ai loro sforzi, si sono appena meritati il Premio Nobel 2010 per la Fisica.
E proprio lo stesso comitato per il Nobel individua il fotovoltaico tra le possibili applicazioni del nuovo materiale:  “quasi trasparente ed eccellente conduttore, il grafene è particolarmente adatto per produrre schermi tattili trasparenti e forse celle solari” di nuova generazione. Così si legge nelle motivazioni che hanno portato alla attribuzione del prestigiosissimo riconoscimento ai due scienziati.
Il grafene, infatti, potrebbe essere usato in sostituzione del silicio, per fare pannelli solari e non solo, anche per altre applicazioni elettroniche, ad esempio per i circuiti integrati dei computers, realizzando "chip" e processori con una velocità computazionale fino a mille volte superiore a quella dei circuti attuali. Si fa quasi fatica ad immaginare una tale velocità.  Il grafene, infatti, ha dimostrato grandi capacità elettroniche ed in alcuni laboratori, non a caso anche quelli della IBM, sono già stati creati fogli sottilissimi con incisa la circuteria elettronica e si sta già lavorando per migliorare la mobilità degli elettroni.

Ma il silicio è anche il materiale che, lavorato e ridotto a fogli sottilissimi, i cosiddetti "wafers", è utilizzato  per costruire i pannelli fotovoltaici. In più il grafene si è rivelato estremamente resistente, addirittura 100 volte più dell'acciaio, ma allo stesso tempo flessibile, tanto da pote essere unito, ad esempio, alla plastica.
Con il grafene, quindi, si potrebbero realizzare display e apparati dottili e flessibili come un foglio di carta con una trasparenza ed una resa ottica straordinaria. Inoltre in alcuni labortori del MIT di Boston (Massachusetts Institute of Technology) si è scoperto che il grafene può produrre elettricità direttamente dal calore. Tutte queste caratteristiche, quindi, renderebbero il grafene particolarmente adatto per la tecnologia fotovoltaica e solare.
Gli studi sul grafene sono iniziati 6 anni fa ma si scoprono continuamente nuove applicazoni per questo materiale. Sebbene per adesso il processo di produzione sia ristretto ai laboratori ci sono, infatti, molte aspettative. Addirittura c' è chi sostene che il grafene, i cui atomi sono disposti in maniera esagonale, così da renderlo particolarmente stabile, possa cambiare radicalmente le nostre vita compreso, quindi, il fotovoltaico ed il futuro delle energie rinnovabili, della green economy e dell'ambiente.

Premio nobel per la fisica 2010 agli inventori del grafene.



Anticipazioni dal futuro. Il grafene. Ma cos'è? Vediamolo insieme.


 


Incredibile no?!





venerdì 12 novembre 2010

Andra bene questo cappotto?

Appena tutti sapranno che un sistema a cappotto deve avere la Marcatura CE solo chi cerca il minor prezzo e la minor qualità sceglierà un cappotto non ETAG 004.

 L’ EOTA, l’ European Organisation for Tecnical Approval, è l’organismo che riunisce gli Istituti impegnati prima nella definizione delle Guide Tecniche di cui la ETAG 004 fa parte, poi nel rilascio degli ETA (www.eota.be per maggiori informazioni e dettagli).
Nel 2001 la Commissione Europea ha approvato la ETAG 004, cioè la Guida Tecnica per il rilascio degli ETA (European Technical Approval) agli ETICS (External Thermal Insulation Composite Systems), cioè ai "sistemi a cappotto".

Il rilascio di un ETA è il primo passo di una procedura più complessa il cui esito finale è l’apposizione della Marcatura CE (obbligatoria ai sensi della Direttiva Europea Prodotti da Costruzione 89/106/EEC1 per mettere sul mercato europeo alcuni prodotti da costruzione). Essa è soltanto un simbolo di conformità rispetto a determinate specificazioni tecniche assunte a riferimento comune in sede europea.

Che cosa è un ETA? L’"Europea Tecnica Approvazione", o meglio il Benestare Tecnico Europeo, l’ETA è a tutti gli effetti una specifica europea con valore di norma per il singolo prodotto; è una valutazione tecnica positiva di idoneità all’impiego per l’utilizzo di un prodotto da costruzione di uno specifico produttore per un determinato utilizzo previsto.
Ogni kit di sistema composito di isolamento termico esterno avrà la propria “specificazione”, quindi, supposti 100 kit di ETICS, cioè 100 sistemi a cappotto, si avranno (a regime) 100 ETA, sostanzialmente diversi. Un ETA ha una validità di 5 anni e contiene tutti i riferimenti prestazionali e le caratteristiche che quel dato sistema e i suoi componenti devono rispettare, ma contiene anche le precise indicazioni sul modo con cui l’azienda controlla tali specifiche, oltre che sulla progettazione e la messa in opera del sistema.
Il produttore che richiede l’ETA per un sistema in realtà produce un kit di componenti (e acquista da fornitori esterni quelli che non produce in prima persona), ma li immette sul mercato perché siano assemblati in uno specifico sistema, del quale, attraverso il programma di prove che porta all’ETA, si sono verificate tutte le principali caratteristiche e prestazioni.
Una volta ottenuto il rilascio dell’ETA, il secondo passo per il produttore è quello di ottenere l’Attestazione di Conformità del proprio “prodotto” (ETICS) al proprio ETA. Si potrebbe pensare che si tratti di una procedura semplice poiché l’ETA è stato scritto proprio “a pennello” per quel dato sistema e la conformità potrebbe essere considerata quasi automatica, ma in realtà il Factory Production Control o FPC verifica la capacità del produttore di garantire nel tempo tale conformità.

L’ultimo passo è la predisposizione da parte del produttore della Marcatura CE, cioè far stampare le etichette con il simbolo CE da apporre sul prodotto e contenenti, oltre al simbolo, una serie di indicazioni relative al prodotto stesso. E’ di nuovo l’ETA che regolamenta il contenuto dell’etichetta così come le modalità della sua apposizione.
A questo punto il produttore è “in regola” e, con l’apposizione della Marcatura CE e la redazione di una dichiarazione di conformità, è formalmente autorizzato a immettere il proprio sistema nel mercato europeo, Italia compresa.
Tra le prime aziende ad arrivare al rilascio di un ETA: la Röfix S.p.A. di Parcines (BZ) con l’ETA 04/0037 e la Mapei S.p.A. di Milano con l’ETA 04/0061. Presto anche altre tre aziende.
Perché così tardi? Nel maggio 2003 è scattato l’obbligo di marcatura CE per i sistemi compositi di isolamento termico esterno, ma nonostante l’obbligatorietà le aziende hanno mediamente assunto un atteggiamento di attesa e sono rimaste a vedere come si muoveva la concorrenza. Adesso che le prime aziende si possono presentare esibendo la marcatura CE, diventerà problematico proporsi sul mercato senza di essa.

Ricordo a titolo di esempio che anche i tasselli devono corrispondere alle prescrizioni delle normative: i tasselli devono essere idonei al supporto e fare riferimento alle categorie d’uso elencate nella norma di produzione.
Le categorie d’uso secondo l’Etag 014 definiscono i campi di impiego del tassello in relazione ai vari tipi di supporto.

(Articolo tratto da espertocasaclima)

Sostenibilità ambientale

 Un tema che si sta progressivamente imponendo in edilizia riguarda la sostenibilità ambientale, ovvero promuovere uno sviluppo che sia in grado di soddisfare il fabbisogno attuale delle persone senza compromettere la possibilità delle generazioni future di far fronte ai loro bisogni.
L’aumento delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea (UE) e le previsioni di una crescente domanda di energia da parte dei Paesi in via di sviluppo rendono sempre più difficile il rispetto del Protocollo di Kyoto.
Dato che l’offerta di energia dell’Unione Europea non è in grado di soddisfare tali previsioni di aumento del fabbisogno, il fronte in cui si può principalmente intervenire è quello di ridurre la domanda promuovendo il risparmio energetico nel settore degli edifici e dei trasporti.
Gli obiettivi del protocollo di Kyoto sono quelli di ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% al 2012 rispetto al 1990. Purtroppo la situazione dell’Italia va in senso opposto: ha riscontrato un aumento delle emissioni del 9% nel febbraio 2005, e un incremento del 12% nel febbraio 2007
L' accordo del parlamento europeo post-Kyoto ha approvato il pacchetto clima-energia del “20 20 20” volto a conseguire entro il 2020 gli obiettivi di ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare del 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili.
A fronte di tali obiettivi internazionali, le abitazioni italiane costruite fino a qualche anno fa sono caratterizzate da involucri edilizi mal coibentati e da impianti poco efficienti e mal gestiti.
La tendenza attuale del settore civile è quella di garantire elevate prestazioni dal punto di vista della qualità dell’abitare, unita a buone performance ambientali, soprattutto nel campo del riscaldamento invernale e del raffrescamento estivo, della produzione di acqua calda sanitaria, dell’illuminazione artificiale e del consumo di energia elettrica in generale.
Intervenendo sul patrimonio edilizio italiano esistente, che si stima in 26,5 milioni di abitazioni,
per incentivare la riduzione dei consumi nel settore dell’edilizia la Direttiva Europea 2002/91 ha introdotto la Certificazione energetica degli edifici. Si tratta di un modo di classificare gli edifici a seconda del loro fabbisogno energetico. Questo tipo di certificazione consente di valorizzare sul mercato la qualità energetica degli edifici.

Esperimento sismico su struttura in cemento armato



Guardate ora lo stesso test compiuto su una struttura in cemento armato antisismica. L'esperimento è stato interrotto al collasso dei pilastri al piano terra, altrimenti credo che avremmo potuto assistere ad un probabile effetto domino.

Incendio di una casa in legno



Dopo il video dedicato all'esperimento Giapponese del progetto Sophie, pubblico questo breve estratto dalla trasmissione Mela Verde che ripropone qualcosa di già visto e introduce un nuovo aspetto: la resistenza al fuoco di una casa in legno. Davvero incredibile.

giovedì 11 novembre 2010

Non capisco cosa rappresenta il terreno a supporto dei pali...


Mi domando spesso quanto sia difficile scegliere bene. In generale dico. Certe  volte provo a spiegarmelo analizzando a ritroso gli eventi che scaturiscono nel fatto compiuto.  Sono un animale logico - e molto fiero di esserlo - quindi in quei casi dovrei limitarmi a sbobinare il codice della mia razionalità. Invece ecco, che talvolta mi imbatto in tracce di materiale non mio, successioni di piccole sequenze introdotte nella mappatura originale, che una volta individuate ed isolate si manifestano per quello che sono veramente: scorie. 
Faccio un esempio. Un pò di tempo fa, sono stato calorosamente invitato ad acquistatare un paio di pantaloni di una marca che  furoreggia e di cui ero sprovvisto. Non immaginavo fosse fondamentale disporre del pantalone di Jacob Cohen tant'è che nella mia beata innocenza ne ignoravo persino l'esistenza. Fatto sta che mi lascio convincere ed entro nel negozio. Bestemmio perchè non trovo mai al primo colpo il cartellino del prezzo e poi, una volta trovato, bestemmio il doppio. La mia accompagnatrice fa in tempo a ricordarmi che ci sono i saldi e questo serve ad evitare una strage di innocenti. Provo altre cose ma mi lascio distrarre dalla storia che la commessa mi propina sul buon vecchio Jacob,  si proprio lui, Jacob, un operaio inglese o americano (non ricordo), un  prototipo di pioniere  dell' 800,  il vero inventore del Jeans artigianale personalizzato. Mentre mi racconta un sacco di altre fesserie, palpo qua è là la consistenza del manufatto e controllo la qualità dei dettagli, e alla fine decido di farmi impacchettare il tessuto intessuto di lodi. Pago ed esco. Arrivo a casa, accendo il Pc e avvio Firefox.  Google...Wikipedia: Jacob Cohen!!! 
Non ci crederete ma ho trovato la storia, quella vera, ora stranamente rimossa da Wiki. Jacob Cohen è un marchio registrato nel 1985 da un Veneto di nome Tato Bardelle, già proprietario di Americanino e altri marchi molto "in" per l'epoca. La sua idea era quella di posizionare il denim nelle botique, andando ad inventarsi quel settore di nicchia che poi ha portato Renzo Rosso a diventare Renzo Rosso. Investimenti sbagliati e non so cos'altro hanno portato Tato al fallimento, ma il marchio Cohen si è salvato perchè intestato al figlio. Il tenace figliolo nel 2003 corona il sogno di rilanciare il marchio e restituire un pò di orgoglio al babbo. Mastica amaro per 6 anni ma poi la favola si realizza. Vende a Milano, nel resto d'Italia, in Europa, negli States e poi sbanca in Giappone. Che i consumatori Giapponesi capiscono quando c'è da fare gli affari. Questo non centra ma me li vedo Bernard Arnault  (LVMH) e  Francois Pinault (PPR), che si svegliano al mattino e frusciandosi le mani sul bavero dell'accappatoio di tigre albina ,domandano ad alta voce: "Chi è che oggi mi trova un nuovo modo per inculare i consumatori mondiali, ma soprattutto i Giapponesi?". Lasciando adesso perdere i giapponesi, mi chiedo: li avrei comprati i pantaloni se avessi saputo come stavano veramente le cose? No, perchè pur essendo un discreto prodotto non rispecchia le referenze che incidono sul mio convincimento e soprattutto non è fatto per contenere le balle. Quelle stanno nelle mutande e lì non c'è più posto.
Perchè ho raccontato sta storia? Perchè l'altro giorno me ne stavo in un contesto di lavoro e  sento uno che racconta in giro baldanzoso che una casa realizzata in polistirene espanso è una casa ecologica. Mi avvicino e gli dico: "Ehi tipo, come ti chiami?". E lui: "Jacob!".

giovedì 27 maggio 2010

Assaggino




Il progetto Sofie è un primo interessante esempio di come fornire risposte semplicemente invitando ad osservare.

L'esperimento consiste in un test sismico su edificio "SOFIE" di 7 piani realizzato in legno a telaio rigido con pannelli X Lam. La simulazione utilizza la piattaforma vibrante più grande al mondo, e riproduce lo spaventoso sisma che ha colpito la città di Kobe nel 1995: magnitudo 7,2 sulla scala Richter, PGA 0,82 g, intensità al 100%.

Provare per credere.

Clicca per vedere la simulazione

(maggiori info su http://www.progettosofie.it/)

Past it


Dopo 66 giorni di inattività - su quello che si appresta a diventare il blog di riferimento rispetto al quale tutti i blog inutili verranno paragonati e successivamente classificati - riappaio più pimpante ed arzillo che mai, con la promessa di maggiore continuità nelle uscite e soprattutto con uno stravolgimento dei palinsesti.
Mi spiego. Se da due mesi o poco più non scrivo, è perchè nel mio secondo post ho commesso l'abominevole errore di anticipare l'argomento che avrei trattato in seguito. Per l'articolo "in pectore" è stato come essere appallottolato con cura sul suo supporto cartaceo e scagliato verso il cestino un milione di volte.  Fuori. Fuori. Tipico rimbalzo sul ferro. Sospensione in bilico.  Fuori! Tutte le volte.
L'ansia di trattare l'argomento "CERTIFICAZIONE ENERGETICA" mi si è piantata sullo stomaco causando una crisi di rigetto che ha spento la fiammella del concetto ed azzerato ogni stilema.
Quante sono poi le volte che ho desistito prima ancora di iniziare? Meglio non pensarci.
Scivolato nell'apatia, pallido e tremolante sotto una pesante coperta lanuginosa ed in attesa di un lampo che baluginasse un degno spunto, mi sono interrogato su cosa volessi realmente comunicare in questo spazio, ma soprattutto chi/cosa rappresento io veramente. Un arido indottrinatore, un fine affabulatore, un metodico divulgatore...?! Scosso dalle pene esistenziali e ridestato dal torpore, la risposta è stata rabbiosa: "NON LO SO!!!".  Però so che mi piace partire un pò a caso e provo particolare gusto quando mi lascio distrarre dall'ossessione della meta. Ed  è questo il momento in cui sento di poter chiedere il massimo da me stesso.
Ho imparato la lezione e da adesso in avanti proseguirò a ruota libera, trattando gli argomenti più disparati assecondando qualsiasi ispirazione capace di cogliermi preparato in assenza di preavviso. Potrei parlare di scarpe e scarpiere, dell'ergonomia del "tubodentifricio," delle ingerenze Cinesi nel nostro quotidiano, dell'attinenza tra lo yogurt menta e lime e lo "spirito" di un soggiorno minimalista, oppure semplicemente mi limiterò a scrivere di tutto ciò che può far riflettere...tanto un collegamento con l'argomento del mio Viaggio, lo posso sempre forzare. Ed è scontato che lo farò.

lunedì 22 marzo 2010

Ancora qualche quisquilia...



Plutarco disse che "quando le candele son spente tutte le donne son belle". Beh, diciamo che non ho alcuna convenienza ad entrare nella questione se non per forzare un parallelismo che attiene maggiormente al nostro ambito di discussione e cioè: "stuccca e pittura che tanto fa bella figura".
Chi più chi meno, ovvio, ma diciamo che spesso è difficile, in un panorama fortemente condizionato dall'offerta, rendersi conto dell'effettiva qualità di un immobile e del grado di soddisfazione capace di garantire a lungo termine.

Per questo si rende necessaria una fase preliminare che si ricollega al concetto di Economia Politica di cui al precedente post. Il richiamo serve, stringi stringi, per ricordare che il consumo di quantità successive di un certo bene genera incrementi di utilità progressivamente minori. L’utilità marginale è anche definibile come l’utilità dell’ultima dose di cui si dispone di un certo bene.
Il classico esempio di scuola, che ha come protagonista un podista assetato ai limiti della disidratazione, ci insegna che il primo sorso d'acqua genererà nell'atleta una soddisfazione immensa. Anche il secondo sorso sarà un'assoluta goduria. Al terzo sorso il piacere continua a rimanere alto, ma a livelli impercettibilmente inferiori. Al quarto, si gode ancora, ma un pò meno. E così avanti. Al centesimo sorso il nostro amico, gonfio come un otre, inizierà addirittura a provare fastidio nei confronti di chi gli passa tutta quell'acqua, azzerando completamente il suo gradimento.

Lo stesso discorso si può fare per il bene Casa ed è fondamentale - vista l'entità dell'investimento - che il grado di utilità complessivo derivante dall'utilizzo reiterato, si stabilizzi nel trend positivo e rimanga costante nel tempo. Scegliere Casa non è come bere un bicchier d'acqua.
In una casa ben ragionata gli apporti positivi sono ripetibili in qualsiasi momento e non giungono mai a saturazione: difficile stancarsi di sentirsi a proprio agio ed in pieno comfort.
L'opportunità di vivere in un vecchio palazzo in mattoni del "centro" (che fà indiscutibilmente figo), di fianco al Moe's Pub (perchè la birra Duff si trova a fatica), in quel complesso dove regalano la cucina completa (...e pure di marca!), rappresentano motivazioni soggettivamente valide per sostenere una scelta ma non sono sufficienti ad evitare rimpianti.

La tecnologia applicata alle costruzioni ha creato nuovi standard di abitabilità, comfort ed economia di gestione sia per il patrimonio immobiliare nuovo che per l'usato da ristrutturare. Attraverso un percorso lento e graduale cercherò di focalizzare l'attenzione su quelle che sono le caratteristiche da ricercare e sulla, chiamiamola "nuova", nomenclatura.

Con il prossimo articolo si inizia a fare sul serio cercando di esaudire - ma senza esaurire il lettore - le curiosità legate alla certificazione energetica e poi si potrà proseguire speditamente con un pò di vocabolario e con gli esempi pratici.

A presto.





giovedì 18 marzo 2010

Per iniziare, un pò di (inutili!) convenevoli.



Purtroppo, o per fortuna non so, il tarlo del blog si è insinuato a tal punto da indurmi a scoprire le insegne e dar vita ad uno spazio che si proponga di raccontare qualcosa di nuovo in tempi che possiamo ancora considerare non sospetti.
La babele di internet non avrà certo difficoltà a tollerare questa ulteriore impercettibile presenza e gli sproloqui che ne deriveranno: uno più uno meno, non fa poi tanta differenza.

Forse non lo è mai stato, ma adesso di sicuro non è più tempo di abbandonarsi ai sensi ed alle percezioni per venire a capo di una realtà sempre più caratterizzata da complicazioni ed incertezze; per questo motivo mi unirò a questo "bivacco" virtuale che sono i blog, con l'intento di spuntare dal vostro vocabolario le locuzioni desuete, sgretolare convinzioni da passaparola ed arginare le derive di eccessi da "cogito ergo sum".
Cecherò di fare chiarezza, di criticare la ragione comune con la ragione stessa, ma senza esagerazioni e soprattutto senza la presunzione di giungere a conclusioni incontrovertibili. Non sono così assoluto e presuntuoso, non sono Mourinho!
Proverò semplicemente a scomporre la complessità legata alla conoscenza specifica del macrosettore CASA, con la sua riproposizione in rappresentazioni elementari tattate singolarmente, in modo da poterle valutare meglio per poi trarre conclusioni il più possibile logiche e non sempre scontate.

Facciamo un esempio assurdo per iniziare in scioltezza. Se per necessità doveste acquistare una vacca da latte per provvedere al vostro sostentamento, acquistereste il bovino esteticamente più bello o quello che vi assicurerebbe la produzione maggiore? Quella che produce di più direste voi, logico, ma vi assicuro che al decimo bicchiere di latte e alla terza forma di formaggio comincereste già a pentirvi di non aver scelto la mucca col manto maculato che sì, produceva meno, ma poteva anche fornirvi una tappezzeria alla moda per la vostra poltrona da meditazione. Sarà un esempio stupido oltre che assurdo, ma serve ad anticipare una concetto di estrazione economica che spesso non viene tenuto in opportuna considerazione nei processi decisionali di una certa complessità: l'utilità marginale decrescente.
Per sapere che roba è, per capire meglio ciò che si desidera e a quale prezzo - inteso non solo in senso venale - e soprattutto cosa centra tutto questo con la valutazione di un immobile, non mi resta che dare appuntamento al prossimo capitolo.

P.S.: Nel frattempo Vi invito a fare pulizia di quei termini abusati e svuotati del proprio significato tipo "...di livello", "...di pregio", "...di qualità" e simili, perchè ricordate: il pieno soddisfacimento di un bisogno si contestualizza nell' analisi e non nella retorica.

A presto.