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martedì 23 novembre 2010

"Il Sud è la pattumiera del Nord". Non è proprio così...




Cito da Wikipedia:

"Il nesso di causalità è la relazione che lega in senso naturalistico un atto (od un fatto) e l'evento che vi discende. Da un lato la prospettiva di chi agisce, dall'altro la prospettiva dell'osservatore cui perviene il risultato dell'azione. Nella dinamica descritta, la sintesi delle due prospettive si chiama nesso (da nectere, legare), ed altro non è che la forza naturalistica che causa l'evento. Il nesso di causalità è il rapporto fra le due prospettive, studiato al fine di ricavare la riconducibilità di un dato evento all'atto o al fatto presupposto. Ciò che presuppone l'evento, dunque, è un fatto ovvero un atto. Nel caso si tratti di un atto, questo può prendere le forme di una data condotta umana e il prodotto di quella condotta, viene giuridicamente individuato come evento".

Al Nord si smaltiscono i rifiuti attraverso i canali - legittimi, è logico presumere - messi a disposizione dal mercato, che hanno il pregio di garantire i migliori risultati al prezzo più conveniente, secondo il più diffuso e condiviso principio di economicità. Questo è l'unico aspetto che si può configurare giuridicamentre come evento. Al Sud convivono un sistema malavitoso, una classe dirigente ed un substrato culturale che favoriscono, in subordine a logiche di super profitto, il conferimento di tali rifiuti in Campania. E questo è l'unico evento che direttamente vi discende e sussiste di fatto.

Credo sia un problema tutto locale, dunque culturale, se la merda di tutta Europa, e non solo del Nord Italia, confluisce copiosa e puzzolente in Terra di mafia. Se accade è perchè qualcuno ci straguadagna. Punto. Quel qualcuno - Saviano si metta pure il cuore in pace - ha radici che si conficcano idealmente nella sua terra, la terra che fisicamente ricopre la linfa marcia di cui si nutrono i boss. Tanto poi  "che cce ne fotte", cito testuale,  "nnoi bevimm l'acqua minerale".

La sintesi delle prospettive, e quindi il nesso, riguarda direttamente "Monnezza" e  Camorra e non, come si vuole far credere, lo stoccaggio indiscriminato dei rifiuti prodotti al Nord a danno di un Sud impotente e condannato a soccombere. A Savià, non è forse dalle Vostre parti che si dice: " 'a bona mercanzia trova prièsto a ghjì pe' n'ata via " ?! Non è colpa mia se la strada porta dritto da Voi.

lunedì 22 novembre 2010

La nuova nomenclatura. I vocaboli da conoscere!



Cos'è la trasmittanza termica U?

La trasmittanza termica definisce la capacità isolante di un elemento. Dato un fenomeno di trasmissione di calore in condizioni di regime stazionario (in cui cioè il flusso di calore e le temperature non variano nel tempo) la trasmittanza misura la quantità di calore che nell'unità di tempo attraversa un elemento strutturale della superficie di 1 m² in presenza di una differenza di temperatura di 1 grado tra l'interno e l'esterno.

La trasmittanza aumenta al diminuire dello spessore ed all'aumentare della conducibilità termica. Strutture con bassissima trasmittanza termica si caratterizzano per fornire un elevato isolamento termico.

Per isolamento termico si intendono tutti i sistemi e le operazioni costituenti gli sforzi atti a ridurre il flusso termico scambiato tra due ambienti a temperature differenti. L'isolamento termico in edilizia è volto, principalmente, al fine di contenere il calore all'interno degli edifici (per la protezione dal caldo estivo è più corretto parlare di "schermatura dal calore").

La tabella a corredo di questo breve e didascalico articoletto, serve a fornire un rapido riscontro spannometrico dei requisiti necessari per l'ottenimento di una data classe energetica. con standard CasaClima. Se potete vantare questi paramentri - fosse anche nella loro combinazione meno fortunata, cioè quella giallognola - ritenetevi fortunati perchè casa vostra forse, non è poi così male. Ma  centrare il giallo, credetemi, non sarà facile.



giovedì 18 novembre 2010

Nuove applicazioni per il Grafene: Fotovoltaico!

grafene

Potrebbe esserci una vera e propria "rivoluzione russa" nel futuro del fotovoltaico, e non solo, grazie alla scoperta di un nuovo materiale altamente conduttore, trasparente, flessibile, ma allo stesso tempo resistente. Si tratta del "grafene", che potrebbe essere usato per costruire celle e pannelli fotovoltaici,  un  materiale frutto degli studi e degli esperimenti di due scienziati di origine russa: Andre Geim, 51 anni, e Konstantin Novoselov, 36 anni che, grazie ai loro sforzi, si sono appena meritati il Premio Nobel 2010 per la Fisica.
E proprio lo stesso comitato per il Nobel individua il fotovoltaico tra le possibili applicazioni del nuovo materiale:  “quasi trasparente ed eccellente conduttore, il grafene è particolarmente adatto per produrre schermi tattili trasparenti e forse celle solari” di nuova generazione. Così si legge nelle motivazioni che hanno portato alla attribuzione del prestigiosissimo riconoscimento ai due scienziati.
Il grafene, infatti, potrebbe essere usato in sostituzione del silicio, per fare pannelli solari e non solo, anche per altre applicazioni elettroniche, ad esempio per i circuiti integrati dei computers, realizzando "chip" e processori con una velocità computazionale fino a mille volte superiore a quella dei circuti attuali. Si fa quasi fatica ad immaginare una tale velocità.  Il grafene, infatti, ha dimostrato grandi capacità elettroniche ed in alcuni laboratori, non a caso anche quelli della IBM, sono già stati creati fogli sottilissimi con incisa la circuteria elettronica e si sta già lavorando per migliorare la mobilità degli elettroni.

Ma il silicio è anche il materiale che, lavorato e ridotto a fogli sottilissimi, i cosiddetti "wafers", è utilizzato  per costruire i pannelli fotovoltaici. In più il grafene si è rivelato estremamente resistente, addirittura 100 volte più dell'acciaio, ma allo stesso tempo flessibile, tanto da pote essere unito, ad esempio, alla plastica.
Con il grafene, quindi, si potrebbero realizzare display e apparati dottili e flessibili come un foglio di carta con una trasparenza ed una resa ottica straordinaria. Inoltre in alcuni labortori del MIT di Boston (Massachusetts Institute of Technology) si è scoperto che il grafene può produrre elettricità direttamente dal calore. Tutte queste caratteristiche, quindi, renderebbero il grafene particolarmente adatto per la tecnologia fotovoltaica e solare.
Gli studi sul grafene sono iniziati 6 anni fa ma si scoprono continuamente nuove applicazoni per questo materiale. Sebbene per adesso il processo di produzione sia ristretto ai laboratori ci sono, infatti, molte aspettative. Addirittura c' è chi sostene che il grafene, i cui atomi sono disposti in maniera esagonale, così da renderlo particolarmente stabile, possa cambiare radicalmente le nostre vita compreso, quindi, il fotovoltaico ed il futuro delle energie rinnovabili, della green economy e dell'ambiente.

Premio nobel per la fisica 2010 agli inventori del grafene.



Anticipazioni dal futuro. Il grafene. Ma cos'è? Vediamolo insieme.


 


Incredibile no?!





venerdì 12 novembre 2010

Andra bene questo cappotto?

Appena tutti sapranno che un sistema a cappotto deve avere la Marcatura CE solo chi cerca il minor prezzo e la minor qualità sceglierà un cappotto non ETAG 004.

 L’ EOTA, l’ European Organisation for Tecnical Approval, è l’organismo che riunisce gli Istituti impegnati prima nella definizione delle Guide Tecniche di cui la ETAG 004 fa parte, poi nel rilascio degli ETA (www.eota.be per maggiori informazioni e dettagli).
Nel 2001 la Commissione Europea ha approvato la ETAG 004, cioè la Guida Tecnica per il rilascio degli ETA (European Technical Approval) agli ETICS (External Thermal Insulation Composite Systems), cioè ai "sistemi a cappotto".

Il rilascio di un ETA è il primo passo di una procedura più complessa il cui esito finale è l’apposizione della Marcatura CE (obbligatoria ai sensi della Direttiva Europea Prodotti da Costruzione 89/106/EEC1 per mettere sul mercato europeo alcuni prodotti da costruzione). Essa è soltanto un simbolo di conformità rispetto a determinate specificazioni tecniche assunte a riferimento comune in sede europea.

Che cosa è un ETA? L’"Europea Tecnica Approvazione", o meglio il Benestare Tecnico Europeo, l’ETA è a tutti gli effetti una specifica europea con valore di norma per il singolo prodotto; è una valutazione tecnica positiva di idoneità all’impiego per l’utilizzo di un prodotto da costruzione di uno specifico produttore per un determinato utilizzo previsto.
Ogni kit di sistema composito di isolamento termico esterno avrà la propria “specificazione”, quindi, supposti 100 kit di ETICS, cioè 100 sistemi a cappotto, si avranno (a regime) 100 ETA, sostanzialmente diversi. Un ETA ha una validità di 5 anni e contiene tutti i riferimenti prestazionali e le caratteristiche che quel dato sistema e i suoi componenti devono rispettare, ma contiene anche le precise indicazioni sul modo con cui l’azienda controlla tali specifiche, oltre che sulla progettazione e la messa in opera del sistema.
Il produttore che richiede l’ETA per un sistema in realtà produce un kit di componenti (e acquista da fornitori esterni quelli che non produce in prima persona), ma li immette sul mercato perché siano assemblati in uno specifico sistema, del quale, attraverso il programma di prove che porta all’ETA, si sono verificate tutte le principali caratteristiche e prestazioni.
Una volta ottenuto il rilascio dell’ETA, il secondo passo per il produttore è quello di ottenere l’Attestazione di Conformità del proprio “prodotto” (ETICS) al proprio ETA. Si potrebbe pensare che si tratti di una procedura semplice poiché l’ETA è stato scritto proprio “a pennello” per quel dato sistema e la conformità potrebbe essere considerata quasi automatica, ma in realtà il Factory Production Control o FPC verifica la capacità del produttore di garantire nel tempo tale conformità.

L’ultimo passo è la predisposizione da parte del produttore della Marcatura CE, cioè far stampare le etichette con il simbolo CE da apporre sul prodotto e contenenti, oltre al simbolo, una serie di indicazioni relative al prodotto stesso. E’ di nuovo l’ETA che regolamenta il contenuto dell’etichetta così come le modalità della sua apposizione.
A questo punto il produttore è “in regola” e, con l’apposizione della Marcatura CE e la redazione di una dichiarazione di conformità, è formalmente autorizzato a immettere il proprio sistema nel mercato europeo, Italia compresa.
Tra le prime aziende ad arrivare al rilascio di un ETA: la Röfix S.p.A. di Parcines (BZ) con l’ETA 04/0037 e la Mapei S.p.A. di Milano con l’ETA 04/0061. Presto anche altre tre aziende.
Perché così tardi? Nel maggio 2003 è scattato l’obbligo di marcatura CE per i sistemi compositi di isolamento termico esterno, ma nonostante l’obbligatorietà le aziende hanno mediamente assunto un atteggiamento di attesa e sono rimaste a vedere come si muoveva la concorrenza. Adesso che le prime aziende si possono presentare esibendo la marcatura CE, diventerà problematico proporsi sul mercato senza di essa.

Ricordo a titolo di esempio che anche i tasselli devono corrispondere alle prescrizioni delle normative: i tasselli devono essere idonei al supporto e fare riferimento alle categorie d’uso elencate nella norma di produzione.
Le categorie d’uso secondo l’Etag 014 definiscono i campi di impiego del tassello in relazione ai vari tipi di supporto.

(Articolo tratto da espertocasaclima)

Sostenibilità ambientale

 Un tema che si sta progressivamente imponendo in edilizia riguarda la sostenibilità ambientale, ovvero promuovere uno sviluppo che sia in grado di soddisfare il fabbisogno attuale delle persone senza compromettere la possibilità delle generazioni future di far fronte ai loro bisogni.
L’aumento delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea (UE) e le previsioni di una crescente domanda di energia da parte dei Paesi in via di sviluppo rendono sempre più difficile il rispetto del Protocollo di Kyoto.
Dato che l’offerta di energia dell’Unione Europea non è in grado di soddisfare tali previsioni di aumento del fabbisogno, il fronte in cui si può principalmente intervenire è quello di ridurre la domanda promuovendo il risparmio energetico nel settore degli edifici e dei trasporti.
Gli obiettivi del protocollo di Kyoto sono quelli di ridurre le emissioni di gas serra del 6,5% al 2012 rispetto al 1990. Purtroppo la situazione dell’Italia va in senso opposto: ha riscontrato un aumento delle emissioni del 9% nel febbraio 2005, e un incremento del 12% nel febbraio 2007
L' accordo del parlamento europeo post-Kyoto ha approvato il pacchetto clima-energia del “20 20 20” volto a conseguire entro il 2020 gli obiettivi di ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20% il risparmio energetico e aumentare del 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili.
A fronte di tali obiettivi internazionali, le abitazioni italiane costruite fino a qualche anno fa sono caratterizzate da involucri edilizi mal coibentati e da impianti poco efficienti e mal gestiti.
La tendenza attuale del settore civile è quella di garantire elevate prestazioni dal punto di vista della qualità dell’abitare, unita a buone performance ambientali, soprattutto nel campo del riscaldamento invernale e del raffrescamento estivo, della produzione di acqua calda sanitaria, dell’illuminazione artificiale e del consumo di energia elettrica in generale.
Intervenendo sul patrimonio edilizio italiano esistente, che si stima in 26,5 milioni di abitazioni,
per incentivare la riduzione dei consumi nel settore dell’edilizia la Direttiva Europea 2002/91 ha introdotto la Certificazione energetica degli edifici. Si tratta di un modo di classificare gli edifici a seconda del loro fabbisogno energetico. Questo tipo di certificazione consente di valorizzare sul mercato la qualità energetica degli edifici.

Esperimento sismico su struttura in cemento armato



Guardate ora lo stesso test compiuto su una struttura in cemento armato antisismica. L'esperimento è stato interrotto al collasso dei pilastri al piano terra, altrimenti credo che avremmo potuto assistere ad un probabile effetto domino.

Incendio di una casa in legno



Dopo il video dedicato all'esperimento Giapponese del progetto Sophie, pubblico questo breve estratto dalla trasmissione Mela Verde che ripropone qualcosa di già visto e introduce un nuovo aspetto: la resistenza al fuoco di una casa in legno. Davvero incredibile.

giovedì 11 novembre 2010

Non capisco cosa rappresenta il terreno a supporto dei pali...


Mi domando spesso quanto sia difficile scegliere bene. In generale dico. Certe  volte provo a spiegarmelo analizzando a ritroso gli eventi che scaturiscono nel fatto compiuto.  Sono un animale logico - e molto fiero di esserlo - quindi in quei casi dovrei limitarmi a sbobinare il codice della mia razionalità. Invece ecco, che talvolta mi imbatto in tracce di materiale non mio, successioni di piccole sequenze introdotte nella mappatura originale, che una volta individuate ed isolate si manifestano per quello che sono veramente: scorie. 
Faccio un esempio. Un pò di tempo fa, sono stato calorosamente invitato ad acquistatare un paio di pantaloni di una marca che  furoreggia e di cui ero sprovvisto. Non immaginavo fosse fondamentale disporre del pantalone di Jacob Cohen tant'è che nella mia beata innocenza ne ignoravo persino l'esistenza. Fatto sta che mi lascio convincere ed entro nel negozio. Bestemmio perchè non trovo mai al primo colpo il cartellino del prezzo e poi, una volta trovato, bestemmio il doppio. La mia accompagnatrice fa in tempo a ricordarmi che ci sono i saldi e questo serve ad evitare una strage di innocenti. Provo altre cose ma mi lascio distrarre dalla storia che la commessa mi propina sul buon vecchio Jacob,  si proprio lui, Jacob, un operaio inglese o americano (non ricordo), un  prototipo di pioniere  dell' 800,  il vero inventore del Jeans artigianale personalizzato. Mentre mi racconta un sacco di altre fesserie, palpo qua è là la consistenza del manufatto e controllo la qualità dei dettagli, e alla fine decido di farmi impacchettare il tessuto intessuto di lodi. Pago ed esco. Arrivo a casa, accendo il Pc e avvio Firefox.  Google...Wikipedia: Jacob Cohen!!! 
Non ci crederete ma ho trovato la storia, quella vera, ora stranamente rimossa da Wiki. Jacob Cohen è un marchio registrato nel 1985 da un Veneto di nome Tato Bardelle, già proprietario di Americanino e altri marchi molto "in" per l'epoca. La sua idea era quella di posizionare il denim nelle botique, andando ad inventarsi quel settore di nicchia che poi ha portato Renzo Rosso a diventare Renzo Rosso. Investimenti sbagliati e non so cos'altro hanno portato Tato al fallimento, ma il marchio Cohen si è salvato perchè intestato al figlio. Il tenace figliolo nel 2003 corona il sogno di rilanciare il marchio e restituire un pò di orgoglio al babbo. Mastica amaro per 6 anni ma poi la favola si realizza. Vende a Milano, nel resto d'Italia, in Europa, negli States e poi sbanca in Giappone. Che i consumatori Giapponesi capiscono quando c'è da fare gli affari. Questo non centra ma me li vedo Bernard Arnault  (LVMH) e  Francois Pinault (PPR), che si svegliano al mattino e frusciandosi le mani sul bavero dell'accappatoio di tigre albina ,domandano ad alta voce: "Chi è che oggi mi trova un nuovo modo per inculare i consumatori mondiali, ma soprattutto i Giapponesi?". Lasciando adesso perdere i giapponesi, mi chiedo: li avrei comprati i pantaloni se avessi saputo come stavano veramente le cose? No, perchè pur essendo un discreto prodotto non rispecchia le referenze che incidono sul mio convincimento e soprattutto non è fatto per contenere le balle. Quelle stanno nelle mutande e lì non c'è più posto.
Perchè ho raccontato sta storia? Perchè l'altro giorno me ne stavo in un contesto di lavoro e  sento uno che racconta in giro baldanzoso che una casa realizzata in polistirene espanso è una casa ecologica. Mi avvicino e gli dico: "Ehi tipo, come ti chiami?". E lui: "Jacob!".